Il Parlamento europeo ha approvato definitivamente il Regolamento per il mercato elettrico e la Direttiva per il mercato elettrico. Quest’ultima rispecchia i nostri obiettivi principali, porta i frutti di battaglie durate un’intera legislatura e si traduce in risparmi sulle bollette e in vantaggi per l’ambiente.
Questa settimana il Parlamento europeo di Strasburgo ha formalmente e definitivamente approvato la “rivoluzione elettrica” contenuta nella nuova Direttiva per il mercato elettrico e dato anche via libera finale al Regolamento per il mercato elettrico. L’approvazione definitiva costituisce una sorta di timbro per i testi dei due provvedimento così come sono stati concordati con il Consiglio UE, l’altro co-legislatore europeo. Gli ultimi due provvedimenti del “pacchetto energia pulita” sono così definitivamente arrivati in porto. Li ho seguiti entrambi come relatore di minoranza portando avanti le medesime battaglie nella Direttiva rinnovabili per i diritti dei cittadini e comunità dell’energia e per una legislazione che permettesse la diffusione in tutta Europa del modello energetico rinnovabile distribuito.
Direttiva e Regolamento disciplineranno il settore per il periodo 2020-2030 e riguardano fra l’altro gli strumenti per integrare la crescente produzione di energie rinnovabili, per sua natura discontinua, in una rete elettrica al cui interno immissione e prelievi di energia devono continuamente compensarsi.
La nuova Direttiva per il mercato elettrico costituisce, per così dire, una rivoluzione elettrica dal momento che riconosce ai cittadini singoli e associati diritti complementari a quelli sanciti dalla nuova Direttiva rinnovabili. Questi diritti rispecchiano i nostri obiettivi principali, sono il frutto di una battaglia durata un’intera legislatura e si traducono in vantaggi per l’ambiente e in risparmi sulle bollette.
Vengono confermati e rafforzati i diritti di consumare, stoccare, vendere l’energia autoprodotta e di condividere l’energia prodotta da impianti comuni; viene sancito inoltre il diritto dei cittadini di unire le forze per partecipare attivamente al sistema elettrico (clienti attivi).
Diventa possibile senza impedimenti sia “vendere” il proprio risparmio di energia ed il mancato consumo (è il concetto di negawatt); sia prelevare elettricità dalla rete quando è abbondante e poco costosa, stoccarla nelle batterie di casa e nei “serbatoi” delle auto elettriche e cederla di nuovo alla rete nei momenti in cui è più scarsa e più cara. Questo senza dover assolvere agli obblighi dei grandi produttori di energia, cosa dirimente per permettere a chiunque di accedere a questi benefici.
Un altro diritto è quello di conoscere in tempo praticamente reale l’andamento dei propri consumi elettrici, per approfittare delle oscillazioni di prezzo nell’arco della giornata e per favorire l’integrazione nella rete dell’intermittente produzione di energia rinnovabile.
Queste parti sono contenute negli articoli 15 e 16 della direttiva per il mercato elettrico. Ecco il testo, nell’edizione non ancora perfettamente “pulita” dal punto di vista grafico, che è stata messa on line subito dopo l’approvazione.
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La nuova Direttiva per il mercato elettrico dovrà essere recepita nelle legislazioni nazionali, mentre il Regolamento per il mercato elettrico entrerà direttamente in vigore in tutta l’UE. Esso pone dei limiti (secondo noi però ancora insufficienti) ai “meccanismi di capacità”, ovvero alle sovvenzioni nazionali destinate alle centrali per la produzione di energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi momento per risolvere emergenze e necessità impreviste. In pratica i “meccanismi di capacità” sono sussidi per le centrali alimentate a carbone e a lignite ormai fuori mercato.
Il Regolamento per il mercato elettrico mantiene inoltre la priorità di dispacciamento per i surplus di energia rinnovabile provenienti dai piccoli e piccolissimi impianti (dei singoli e delle comunità per l’energia) destinati principalmente all’autoproduzione e all’autoconsumo. Un’altra battaglia vinta. La priorità di dispacciamento è una sorta di corsia preferenziale per l’immissione nella rete elettrica. La vecchia direttiva rinnovabili, ancora per pochi mesi in vigore, assegnava la priorità di dispacciamento a tutta l’energia rinnovabile. Ci siamo battuti per conservarla, ma in questo caso purtroppo non abbiamo avuto il medesimo successo come nelle questioni che abbiamo appena raccontato.