Commissione energia vota positivamente l’accordo politico raggiunto fra Parlamento Europeo e Consiglio UE sul nuovo Regolamento mercato elettrico. Priorità di dispacciamento salva per piccoli impianti. Dal 2025 si va verso la cancellazione dei sussidi alle centrali a carbone e petrolio.
E’ salva la priorità di dispacciamento dell’energia rinnovabile prodotta dai piccoli e piccolissimi impianti. Le sovvenzioni pubbliche alle centrali elettriche più inquinanti attraverso i meccanismi di capacità (sovvenzioni nazionali alle centrali elettriche a carbone, petrolio e simili) spariranno nel 2025, anche se purtroppo con alcune eccezioni.
La Commissione energia ha votato a favore dell’accordo politico raggiunto mercoledì 19 dicembre fra Parlamento Europeo e Consiglio UE (l’altro co-legislatore europeo) a proposito del nuovo Regolamento per il mercato elettrico (testo per ora solo in inglese), che ha assunto così la veste definitiva dopo 17 massacranti ore consecutive di negoziato per conciliare le rispettive posizioni, tra le quali lo scoglio più difficile era volontà del Parlamento Europeo per una più decisa riduzione a bonsai dei meccanismi di capacità.
Come funzionerà il mercato elettrico nel 2020-2030
L’accordo del 19 dicembre comprende anche la nuova Direttiva per il mercato elettrico (cittadini attivi, contratti dinamici, comunità per l’energia, etc). Direttiva e Regolamento stabiliscono le norme comuni UE su come il mercato elettrico dovrà funzionare nel decennio 2020-2030 per contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei legati ad energia e clima ed espressi fra l’altro dalla nuova Direttiva rinnovabili.
Sono stato uno dei relatori ombra della Direttiva che del Regolamento del mercato elettrico, gli ultimi due provvedimenti del pacchetto invernale 2016 sull’energia a tagliare il traguardo e che ho seguito passo passo fino alla fine. L’accordo politico dovrà essere confermato dal voto di Parlamento in Plenaria e del Consiglio: ma si tratta sostanzialmente di una formalità.
La priorità di dispacciamento delle energie rinnovabili
Il Regolamento per il mercato elettrico su cui ora Parlamento e Consiglio hanno raggiunto l’accordo entrerà in vigore direttamente in tutta l’UE, senza bisogno di essere recepito all’interno delle normative nazionali. Si occupa fra l’altro del dispacciamento delle energie rinnovabili.
Ora le rinnovabili, in base alla direttiva rinnovabili che resterà in vigore fino al 2020, hanno una sorta di corsia preferenziale per entrare con diritto di precedenza nella rete elettrica: hanno cioè la priorità di dispacciamento. La nuova direttiva rinnovabili per il decennio 2020-2030 non tratta più questo tema.
Piccoli e piccolissimi impianti. Le soglie della priorità di dispacciamento dopo il 2020
Noi avremmo voluto conservare sempre e comunque la priorità di dispacciamento attraverso il regolamento per il mercato elettrico. Ci è stato sistematicamente risposto che in un sistema sempre più basato sulle rinnovabili (dovranno raggiungere il 32% entro il 2030) la priorità di dispacciamento causerebbe problemi di sicurezza e di bilanciamento della rete elettrica, all’interno della quale la quantità di energia immessa deve costantemente essere in equilibrio con quantità di energia prelevata, mentre le rinnovabili sono per natura discontinue.
Il compromesso raggiunto con il Consiglio UE prevede che conserverà la priorità di dispacciamento l’energia rinnovabile prodotta da:
- impianti già esistenti e progetti dimostrativi inferiori a 400 kWh
- impianti commissionati a partire dal primo gennaio 2026 inferiori a 200 kWh
Significa fra l’altro che la priorità di dispacciamento resta per i surplus provenienti dai piccoli e piccolissimi impianti (dei singoli e delle comunità per l’energia) destinati principalmente all’autoproduzione e all’autoconsumo.
Meccanismi di capacità, le sovvenzioni statali alle centrali elettriche inquinanti
Il secondo punto fondamentale dell’accordo raggiunto con il Consiglio UE riguarda i meccanismi di capacità, ovvero le sovvenzioni nazionali alle centrali per la produzione di energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi momento per risolvere emergenze e necessità impreviste.
Queste sovvenzioni vanno alle centrali ormai spinte fuori mercato dalle energie rinnovabili: quelle più inquinanti e con le più alte emissioni di gas serra. In sostanza, si tratta spesso di centrali alimentate a carbone, lignite o petrolio.
Secondo noi, i meccanismi di capacità potrebbero essere ormai tranquillamente superati senza “se” e senza “ma”. Il Parlamento Europeo si era espresso perché fossero mantenuti solo entro rigidi limiti e a condizione che le emissioni di gas serra non superassero i 550 grammi di anidride carbonica al kWh: una soglia che taglia via le centrali a carbone e che fosse valida subito per i nuovi impianti e a partire dal 2025 anche per quelli già esistenti. Il Consiglio UE – la “voce” dei governi degli Stati membri – intendeva invece rimanere aggrappato ai meccanismi di capacità anche con le unghie e coi denti almeno fino al 2035!!!
Altri 15 anni di sovvenzioni per il carbone della Polonia
L’accordo raggiunto con il Consiglio UE prevede che
- a partire dal giugno 2025 potranno accedere ai sussidi dei meccanismi di capacità solo le centrali elettriche già esistenti che non emettono più di 550 grammi di anidride carbonica al kWh (o 350 chili/kW annui)
- i nuovi impianti con emissioni superiori avranno accesso ai sussidi se i contratti di remunerazione sono stati firmati prima del 31 dicembre 2019
Ovvero in conseguenza del secondo punto ci porteremo dietro per altri 15 anni circa le sovvenzioni della Polonia a nuovi impianti a carbone con una capacità produttiva pari a 4-6 GW. Il regolamento prevede comunque che l’istituzione delle sovvenzioni sia subordinata ad una valutazione paneuropea e che venga istituito un fondo di transizione per le aree ancora dipendenti dal carbone. Accettare questo compromesso ha permesso di sbloccare l’approvazione del Regolamento prima che le condizioni politiche in Europa mutassero con il rischio di trovarsi con un testo meno ambizioso ancora.