L’UE mette a punto il suo programma per lo spazio fino al 2027. Noi del M5S Europa interveniamo per migliorare il monitoraggio via satellite dell’ambiente, raccogliere dati sul patrimonio culturale, moltiplicare le occasioni di lavoro per le piccole e medie imprese attive nel settore che in Italia sono già centinaia.
AGGIORNAMENTO – In fondo alla pagina il risultato del voto in commissione e l’emendamento che ripresentiamo in plenaria
L’UE sta mettendo a punto il suo programma per lo spazio fino al 2027 e sta decidendo come userà i suoi satelliti. Siamo intervenuti in questo processo con 98 emendamenti: riassumendoli in due righe, usare i satelliti per monitorare sempre meglio ambiente e beni culturali; offrire sostegno alle infinite applicabilità dei dati e dei servizi forniti dalle infrastrutture spaziali. E’ un concetto importante per il settore aerospaziale italiano, che è quarto in Europa e settimo nel mondo: fatturato di circa 20 miliardi di dollari; 50.000 addetti; più di 300 piccole e medie imprese rilevanti a livello nazionale ed internazionale.
Il punto di partenza è il regolamento proposto a inizio giugno dalla Commissione Europea che istituisce sia il programma spaziale europeo (16 miliardi di euro per il periodo 2021-2027) sia l’Agenzia dell’Unione Europea per il programma spaziale. Quest’ultima non va confusa con l’ESA (European Space Agency), incaricata di sviluppare le capacità spaziali europee.
Il regolamento riassorbe in sé la frammentata legislazione precedente. Stabilisce norme comuni per le varie attività spaziali che l’UE porterà avanti, precisando i compiti di ciascuna di esse: i programmi Galileo ed ENGOS (servizi di geolocalizzazione, compresi quelli che permettono al telefonino di “sapere” dove siamo fornirci i servizi di navigazione); Copernicus (osservazione della Terra e raccolta di dati ambientali); SSA (monitoraggio degli oggetti spaziali, fra cui la crescente quantità di detriti e rifiuti in orbita attorno al pianeta); e GOVSATCOM per i servizi governativi di comunicazione satellitare.
L’iter legislativo del regolamento nel Parlamento Europeo è iniziato con la bozza di relazione scritta dall’italiano Massimiliano Salini, PPE, per la commissione parlamentare ITRE (industria, energia, ricerca e telecomunicazioni). Fra i principali punti chiave: lo spostamento dell’accento dalle piccole e medie imprese a “tutti gli operatori economici” coinvolti dal programma spaziale; cancella i monitoraggi ambientali di Copernicus e gli affida invece in modo molto generico la produzione di dati per “sostenere l’attuazione” delle politiche UE.
Non siamo d’accordo. Abbiamo presentato 98 emendamenti, da cercare in questo documento (per ora disponibile solo in inglese) con parola-chiave “Tamburrano”. Vogliamo:
- potenziare i monitoraggi ambientali di Copernicus (l’esatto contrario di Salini), estendendoli a subsidenza, inquinamento atmosferico, potenzialità delle energie rinnovabili;
- incaricare il programma spaziale europeo di raccogliere anche i dati necessari per conservare e proteggere il patrimonio culturale;
- dare precedenza all’uso di satelliti e di veicoli di lancio fabbricati in Europa: l’Italia è attiva in questi campi ed è italiano Vega, uno dei due soli vettori europei per il lancio di satelliti nello spazio;
- sostenere tutto il settore legato alle infinite possibilità di uso dei dati e dei servizi forniti dalle infrastrutture spaziali, con particolare attenzione per le piccole e medie imprese;
- dedicare uno sforzo particolare alle piattaforme online che forniscono accesso ai dati pubblici raccolti dai satelliti europei.
Nella seconda settimana di ottobre inizierà la discussione degli emendamenti all’interno della commissione parlamentare ITRE. Seguiranno il voto in commissione, il passaggio in plenaria e il trilogo con il Consiglio UE (l’altro co-legislatore europeo) dal quale, all’inizio della prossima legislatura, uscirà la versione definitiva del regolamento per il programma spaziale.
AGGIORNAMENTO – Il testo approvato in commissione ITRE accoglie le nostre richieste salvo due: lo sforzo particolare per le piattaforme che forniscono accesso ai dati pubblici e il monitoraggio satellitare della subsidenza. Almeno su quest’ultimo punto torneremo alla carica presentando un emendamento in plenaria.