Ecofuturo, al Parlamento Europeo l’Italia dell’innovazione ecologica

Ospitiamo a Bruxelles gli imprenditori che hanno messo a punto prodotti affidabili per l’economia circolare in grado di ripagarsi da sé  attraverso il risparmio ottenuto nelle prime fasi di impiego

Ecofuturo torna a Bruxelles. Come già l’anno scorso, domani, mercoledì 6 giugno, ospitiamo al Parlamento Europeo alcuni imprenditori italiani che hanno trasformato le innovazioni tecnologiche per l’economia circolare in prodotti affidabili che si ripagano da sé attraverso il risparmio ottenuto nelle prime fasi di impiego.

[su_youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=0R3NpNiBBYo&feature=youtu.be” width=”700″ height=”440″]
L’evento sarà l’anteprima dell’omonimo festival, la cui quarta edizione si svolgerà a Padova dal 18 al 22 luglio.

Lo streaming è disponibile a questo link, con inizio alle 15, oppure attraverso il video inserito qui sopra, che poi conterrà la registrazione dell’evento. A parte una sola eccezione, i relatori sono tutti italiani ma è prevista anche la traduzione simultanea in inglese. In fondo al post c’è il programma completo; i link associati ai nomi dei relatori rimandano all’organizzazione o alla pagina web cui fanno capo, e non necessariamente anche al tema del loro intervento.

L’anteprima di Ecofuturo a Bruxelles sarà dedicata fra l’altro alle soluzioni per riportare in equilibrio fra cielo e terra l’anidride carbonica, il principale responsabile dell’effetto serra. E’ l’operazione alla quale allude il sottotitolo della manifestazione. Già oggi è possibile riutilizzare la CO2 delle emissioni industriali all’interno di altri processi produttivi (serre, bibite gasate, plastica…) e stoccare nel sottosuolo quella di troppo nell’atmosfera grazie ai doppi raccolti o anche alla canapa, una coltura che, oltre ad essere particolarmente utile in questo senso, ha molteplici impieghi: fibre tessili, carta, bioplastiche, materiali per l’edilizia.

Verranno presentate le case “ecosicure”, cioè antisismiche, in legno, a basso consumo di energia ed alimentate da rinnovabili, che consentono la rapida ricostruzione dei centri terremotati; e l’ecodragaggio a circuito chiuso, che recupera i sedimenti in eccesso nei porti e nei canali e li ripulisce trasformandoli in sabbia disponibile per nuovi impieghi.

Unico relatore straniero, il belga Gunter Pauli, fondatore della “blue economy” che va oltre la riduzione dell’impatto tipica della “green economy”. Si ispira infatti agli ecosistemi che – in un eterno circolo – trasformano ogni cosa senza produrre rifiuti né generare crisi.

Prima dell’inizio di Ecofuturo, accanto al Parlamento Europeo sosterà un’auto diesel adattata per utilizzare come carburante anche il biometano: è un modo per ridurre le emissioni evitando la rottamazione, che è un’operazione molto inquinante quando si accorcia il ciclo di vita di veicoli ancora ben funzionanti per produrne di nuovi; una soluzione da prendere in considerazione sopratutto in caso di riconversione a metano/biometano di veicoli agricoli e di flotte diesel possedute da amministrazioni comunali. Subito dopo, l’auto partirà per il viaggio di collaudo che la porterà fino a Pechino.

Distribuiremo ai colleghi eurodeputati bustine di Biwi, il concime stallatico che non puzza. Proviene dagli avanzi di lavorazione del biogas prodotto con il letame delle mucche da latte.

L’anteprima di Ecofuturo qui a Bruxelles sarà anche un’occasione per affrontare il controverso problema del biogas e del biometano in discussione nella finalizzazione della nuova Direttiva rinnovabili: input colturali da colture intermedie non concorrenziali con quelle alimentari, rifiuti agricoli, urbani o zootecnici, qualità e trattamento corretto dei digestati (che in Italia per legge devono essere compostati prima della vendita e dell’uso), immissione in rete del biometano prevista recentemente dalla legislazione dell’Italia (ultimo paese UE a consentirlo) che permette la dissociazione della produzione del biogas dalla presenza contemporanea di centrali termolelettriche impattanti per la salute e la vivibilità dei territori.

Ed ecco  il programma di Ecofuturo al Parlamento Europeo.

Condividi sui social networks