Approvato a Bruxelles emendamento M5S sul Virtual Net Metering. Un impianto fotovoltaico o eolico di una comunità dell’energia è ammesso a contribuire a pagare la bolletta dell’energia elettrica dei soci ovunque esso sia installato, quindi anche lontano dalla propria casa.
12 anni fa il condominio mi ha negato l’impianto sopra il tetto, poi mi sono detto “allora lo metto in campagna”. No! Neanche quello! Dario Tamburrano
E’ una piccola grande novità quella approvata dalla commissione parlamentare ITRE (energia, ricerca ed industria) nell’ambito della Direttiva per il mercato elettrico in seguito a un nostro emendamento (il numero 98 da cercare in questo elenco) cofirmato dal collega Pedicini.
Grazie a questo emendamento sarà permesso ai soci delle comunità per l’energia di sottrarre dai loro consumi (e dunque dalle bollette) l’energia prodotta dagli impianti situati lontano dalle loro case.
Ora la possibilità di usare il “virtual net metering” non esiste in Italia (salvo rare eccezioni) né in molti altri Stati UE. E’ come se i piccoli impianti per le energie rinnovabili avessero una palla al piede: non possono essere fisicamente separati dal luogo in cui viene consumata l’energia che essi producono.
“Virtual net metering”, cos’é e come funziona
Il “virtual net metering” è traducibile in italiano con “sistema virtuale di misurazione del consumo netto”, anche se di solito si usa l’espressione inglese. Il testo votato dalla commissione ITRE assegna il diritto ad utilizzare il “virtual net metering” alle comunità locali dell’energia, liberandole così dalla necessità di installare i propri impianti solo entro un ambito geografico molto limitato. Va poi sottolineato che – in base a quanto votato dal Parlamento Europeo per la Direttiva Rinnovabili – tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi per formare una comunità locale dell’energia: per questa via diventano superabili, ad esempio, i problemi di coloro che abitano in un condominio o in un centro storico e sono di regola tagliati fuori dall’installazione di pannelli solari, e quindi da autoproduzione ed autoconsumo di energia rinnovabile.
Il diritto a condividere l’energia elettrica attraverso tutte le tecnologie, già esistenti o ancora da scoprire
Grazie al “virtual net metering”, la comunità locale per l’energia può possedere un impianto per la produzione di energia rinnovabile – l’esempio più comune sono appunto i pannelli solari – situato lontano dalle case dei soci: l’energia elettrica generata dall’impianto della comunità viene misurata e ceduta interamente alla rete elettrica; ogni socio della comunità dell’energia ha un normalissimo allacciamento dalla rete elettrica, ma detrae dai suoi consumi di elettricità – e quindi dalla sua bolletta – la quantità di energia elettrica prodotta dalla sua quota-parte dell’impianto comune.
L’emendamento sul “virtual net metering”, approvato assegna alle comunità locali per l’energia il diritto a condividere l’energia all’interno dei soci utilizzando tutte le tecnologie per l’elaborazione e la trasmissioni di informazioni già esistenti – come le distributed ledger technologies – o che saranno scoperte in futuro.
In Italia possono usarlo il ministero della Difesa e i piccoli Comuni: ma non i cittadini
Adesso in Italia la selva oscura di regole che disciplina gli impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile consente il “virtual net metering” esclusivamente al ministero della Difesa e ai Comuni con meno di 20.000 abitanti. Non però ai cittadini che vi risiedono: alle sole amministrazioni comunali. Salvo queste improbabili eccezioni, la regola è una sola: devono coincidere il punto in cui viene immesso nella rete elettrica il surplus di energia autoprodotta ed il punto in cui l’energia elettrica viene prelevata dalla rete quando l’impianto domestico non è sufficiente a coprire il fabbisogno.
Ora la Direttiva per il mercato elettrico e la possibilità di accesso al “virtual net metering” che essa contiene vanno al trilogo, cioè alla trattativa politica con il Consiglio UE (l’altro colegislatore europeo) dalla quale scaturirà il testo definitivo del provvedimento. La commissione ITRE ha conferito al relatore – il lettone Krišjānis Kariņš – l’incarico ad iniziare le trattative evitando il passaggio nell’assemblea plenaria del Parlamento Europeo.