Una prima panoramica del voto in commissione energia sul nuovo meccanismo di capacità, ruolo dei clienti attivi, partecipazione delle comunità alle infrastrutture locali per l’energia, virtual net metering e condivisione energia “peer to peer”.
La commissione parlamentare ITRE (Energia, ricerca e industria) ha approvato il 21 febbraio le modifiche che essa vorrebbe apportare al Regolamento e alla Direttiva sul mercato elettrico, che ne definiscono le norme del funzionamento per metterlo in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi UE 2030 relativi ad energia e clima.
Il punto di partenza del lavoro in commissione parlamentare, come sempre, sono state le proposte legislative (in questo caso ben due, un Regolamento e una Direttiva) presentate dalla Commissione Europea nel novembre 2016 nell’ambito del “pacchetto energia” insieme ad altre numerose proposte legislative come la Direttiva rinnovabili, il Regolamento per la governance dell’Unione dell’energia, la Direttiva efficienza energetica e la Direttiva per l’efficienza energetica per l’edilizia.
Abbiamo votato a favore perché Regolamento e Direttiva trattano in modo complessivamente soddisfacente (anche se non eccelso) temi che ci stanno molto a cuore quali i diritti delle comunità per l’energia rinnovabile, il dispacciamento delle energie rinnovabili (si tratta di stabilire quando devono essere immesse nella rete elettrica con diritto di precedenza) e i cosiddetti meccanismi di capacità, ossia le sovvenzioni – finalmente ridotte a bonsai – riservate alle centrali elettriche che, sebbene inattive, devono tenersi pronte a produrre energia elettrica in caso di necessità.
Attualmente, all’atto pratico, i meccanismi di capacità sono sussidi pubblici agli impianti a combustibili fossili (soprattutto carbone) che ormai non sarebbero più profittevoli. In base a quanto approvato dalla commissione ITRE, le sovvenzioni vanno subordinate a:
- analisi di adeguatezza europea (l’Unione Europea si riserva di capire se lo schema di supporto risulti adeguato alla situazione di generazione, consumo e imprevisti ragionevolmente immaginabili);
- approvazione da parte della Commissioni Europea, da rinnovare ogni 5 anni;
- adozione di norme nazionali per limitarne l’uso;
- tetto di emissioni che taglia fuori le centrali a carbone: non più di 550 grammi di anidride carbonica al kWh per i nuovi impianti. Nel giro di cinque anni il tetto sarà esteso agli impianti già esistenti.
Noi abbiamo tentato invano di far approvare criteri ancor più severi.
I due testi legislativi trattano anche il ruolo dei “clienti attivi” che partecipano al mercato elettrico vendendo la loro flessibilità di consumo o il loro eccesso di produzione di energia rinnovabile (update: approfondimento qui) e definiscono le condizioni alle quali le comunità per l’energia possono gestire infrastrutture locali per l’energia.
Grazie all’approvazione di un nostro emendamento, si riconosce che i membri delle comunità dell’energia hanno il diritto a scambiarsi energia utilizzando le nuove tecnologie come il virtual net metering (in Italia non esiste ancora) e le distributed ledger technologies.
Agli Stati membri viene concessa la possibilità di accordare la priorità di dispacciamento all’energia rinnovabile prodotta dalle comunità dell’energia. La priorità di dispacciamento, per ora e fino al 2020 data di entrata in vigore del pacchetto energia, é accordata a tutta l’energia rinnovabile. Noi abbiamo provato a conservarla però senza successo. La conserveranno tuttavia gli impianti che già ne beneficiano e la avranno i futuri impianti di produzione inferiori a 500 kW. Nel 2026 la soglia al di sotto della quale le rinnovabili conserveranno la priorità di dispacciamento si abbasserà invece a 250kWh.
Il relatore – il lettone Krišjānis Kariņš – ha ricevuto dalla commissione ITRE il mandato per cominciare subito il trilogo evitando il passaggio in assemblea plenaria. Il trilogo é la trattativa politica con il Consiglio UE (l’altro co legislatore europeo che rappresenta la voce dei Governi degli Stati membri) dal quale discenderà il testo definitivo dei due provvedimenti.
Anche se abbiamo votato a favore di regolamento e direttiva, ci siamo opposti (sebbene invano) al mandato per il trilogo. Ci ha impedito di ripresentare in plenaria vari nostri emendamenti bocciati in commissione parlamentare, a cominciare da quelli che avrebbero protetto efficacemente le comunità per l’energia da ogni tentativo di “cannibalizzazione” da parte delle grandi società dell’energia.
Vi terremo come sempre informati sugli sviluppi futuri.