Direttiva per il mercato elettrico, te lo do io il negawatt!

I cittadini si vedono riconosciuto – tra le altre cose – il diritto a “vendere” il loro mancato consumo di energia nel momento in cui essa è più scarsa o più richiesta. Favorisce l’integrazione nella rete elettrica delle rinnovabili, per natura discontinue

Non più semplici clienti di una fornitura di energia elettrica, ma “clienti attivi”  (active customers) che – se vogliono –  gestiscono i propri consumi in modo tale da contribuire ad integrare le rinnovabili nella rete e da approfittare delle oscillazioni del prezzo dell’energia. La novità discende dalla Direttiva per il mercato elettrico approvata dalla commissione ITRE (energia ed industria) del Parlamento Europeo insieme al Regolamento che tratta il medesimo tema. Abbiamo votato a favore. L’approvazione di un nostro emendamento introduce inoltre il diritto ad usare il “virtual net metering” (su cui faremo un post a parte) che permette di scambiare l’energia rinnovabile prodotta dai piccoli e piccolissimi impianti all’interno di vaste aree anche utilizzando le distributed ledger technologies.

Il diritto a stipulare un contratto per l’energia elettrica “a prezzo dinamico”

Finora il singolo ha semplicemente subito le oscillazioni del prezzo dell’energia elettrica, che non cambia di una virgola in seguito ai suoi comportamenti personali: si può soltanto cercare il fornitore più conveniente e pagare il conto a fine mese. La Direttiva sul mercato elettrico, così come è stata modificata dal voto di ITRE, gli riconosce vari diritti che cambiano questa situazione. La maggior parte di questi diritti potrà essere esercitata grazie alla prevista sostituzione dei contatori in tutta l’UE, affinché consentano di interagire con la rete elettrica oltre che di conoscere i propri consumi in tempo pressoché reale.

Il primo diritto riconosciuto dalla Direttiva è quello di stipulare un contratto per l’energia elettrica “a prezzo dinamico”, cioè  variabile nell’arco della giornata: più basso quanto l’energia è disponibile in quantità più abbondante e viceversa. Diventa così possibile regolare il proprio consumo di elettricità in base al prezzo che essa via via assume ed assecondare l’integrazione delle rinnovabili – per loro natura discontinue – nella rete elettrica, all’interno della quale l’immissione ed il prelievo di energia devono mantenersi in costante equilibrio.

Il diritto a stipulare un contratto con un “aggregatore” e a “vendere” il mancato consumo

Il “prezzo dinamico” è una forma di gestione della rete elettrica basata sulla risposta, cioè sul comportamento dei consumatori. Il passo successivo – e più lungo – compiuto dalla Direttiva in questa direzione consiste nel riconoscere il diritto dei consumatori a diventare “cittadini attivi”. In primo luogo, questo diritto consiste nel consumare, stoccare o vendere l’energia rinnovabile autoprodotta. E’ lo stesso diritto sancito dalla Direttiva rinnovabili, al quale la Direttiva sul mercato elettrico aggiunge un ulteriore tassello che apre una nuova prospettiva, riservata anche a chi non autoproduce energia rinnovabile: viene riconosciuta ai “cittadini attivi” la possibilità di stipulare un contratto con un “aggregatore”.

Gli “aggregatori” partecipano al mercato dell’energia elettrica combinando e vendendo la produzione o i consumi dei loro clienti. Diventa in pratica possibile “vendere” ad un “aggregatore” – e dunque “vendere” sul mercato dell’energia elettrica – l’impegno a diminuire il consumo quando l’energia scarseggia ed è più richiesta: è il concetto di negawatt. Anche questo è un modo per favorire l’integrazione delle discontinue energie rinnovabili nella rete elettrica. Inoltre l’azione degli “aggregatori” contribuisce a modellare la domanda e a formare il prezzo dell’energia, che invece non risente del comportamento di un singolo individuo.

Subito il “trilogo” senza passare dall’assemblea plenaria del Parlamento Europeo

La Direttiva per il mercato elettrico votata dalla commissione ITRE andrà direttamente al trilogo senza passare dall’assemblea plenaria del Parlamento Europeo. Il trilogo è la trattativa politica con il Consiglio UE, l’altro co legislatore europeo che rappresenta i governi degli Stati membri. Dal trilogo scaturirà la versione definitiva della Direttiva, che poi sarà approvata separatamente da Parlamento Europeo e Consiglio UE. Solo a quel punto essa entrerà in vigore.

Vi terremo, come sempre, informati sui passaggi successivi.

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