Uscire dalla giungla delle etichette energetiche. Primo scambio di vedute in commissione ITRE
Con questo post iniziamo a tenervi aggiornati sul processo legislativo UE per la revisione delle etichette relative all’efficienza energetica di elettrodomestici ed apparecchiature elettriche e di cui sono relatore per l’Europarlamento.
Il vocabolo usato a Bruxelles per definire il nostro ruolo è rapporteur.
A dicembre, in commissione ITRE si è svolto il primo scambio di vedute, durante il quale abbiamo introdotto a grandi linee i criteri con i quali intendiamo proporre le modifiche rispetto alla proposta legislativa per le nuove etichette energetiche tratteggiata dalla Commissione Europea. Si tratta in sintesi di condurre i cittadini europei fuori dalla giungla attuale, formata da 79 etichette con 9 scale diverse per 15 gruppi di prodotti.
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Noi, in qualità di rapporteur, abbiamo enunciato in commissione ITRE queste considerazioni preliminari:
- è positivo che la Commissione Europea abbia affidato le nuove etichette energetiche ad un regolamento, vincolante ed uguale in tutti gli Stati membri, e non a una direttiva, che ogni Stato dovrebbe poi recepire a modo suo nella legislazione nazionale
- alla luce dello scandalo Volkswagen, con relativi annessi e connessi, bisogna assolutamente restituire ai consumatori la fiducia in ciò che viene comunicato da etichette e certificazioni. Dunque è indispensabile controllare che le prestazioni fornite dagli elettrodomestici corrispondano davvero a quelle descritte dalle etichette: oggi non sempre avviene. Si stima che gli apparecchi non conformi comportano un mancato risparmio energetico pari a circa 100 terawatt-ora all’anno.
- va quanto più possibile aperto al pubblico il database relativo alle caratteristiche dei prodotti che la Commissione Europea ha previsto nella sua bozza del nuovo regolamento
- per mettere ordine nell’attuale giungla di etichette, è necessario ricondurle tutte alla scala A-G e creare un meccanismo di aggiornamento tale da evitare che in futuro si produca un caos analogo a quello attuale.
Le nostre proposte sulle etichette energetiche prenderanno forma definitiva nei prossimi giorni, anche alla luce delle osservazioni pervenuteci attraverso la piattaforma Lex. Cercheremo di tenervi aggiornati passo passo durante tutto l’iter che culminerà con la mediazione attraverso la quale i due co-legislatori europei – il Parlamento e il Consiglio UE – troveranno una posizione comune e condivisa. Il Consiglio UE ha già definito il suo punto di vista sulla questione.
Durante il primo scambio di vedute in commissione ITRE anche i vari gruppi politici hanno cominciato a prendere posizione sul tema, consentendoci di capire quali siano le posizioni su questo tema delle diverse forze politiche all’interno del Parlamento Europea.
Secondo Herbert Reul (PPE, centrodestra) le nuove etichette rappresentano quasi un lavoro inutile (!!!).
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Martina Werner (S&D, centrosinistra) ha messo l’accento sulla necessità di attribuire le etichette sulla base di test che rappresentino davvero le condizioni il cui vengono usati gli elettrodomestici.
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Ashley Fox (ECR, conservatori e riformisti) vorrebbe etichette chiare, efficaci e pratiche per le imprese.
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Anche Philippe De Backer (ALDE, liberal-democratici) ha chiesto etichette chiare, unite a oneri limitati per gli operatori economici e a controlli incisivi.
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Michèle Rivasi (Verdi) estenderebbe volentieri le etichette energetiche ad altre apparecchiature.
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Infine Miroslav Ransdorf (GUE, sinistra) ha suggerito di coinvolgere le associazioni dei consumatori.
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Gli Europarlamentari appena elencati (e che hanno preso la parola durante il primo scambio di vedute in commissione ITRE) sono i cosiddetti “relatori ombra”: seguiranno da vicino, a nome dei rispettivi gruppi politici, l’iter legislativo che porterà alle nuove etichette energetiche.
In molti dei loro interventi è tornato un tema: sono decisamente troppi gli otto anni (otto anni!) previsti dalla proposta legislativa della Commissione Europea prima dell’entrata in vigore delle nuove etichette. In commissione ITRE era presente anche Paul Hodson, funzionario della Commissione Europea e responsabile dell’unità che si occupa di efficienza energetica. Ha spiegato che gli otto anni di attesa discendono dai desideri del co-legislatore europeo, il Consiglio UE.
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E’ un assaggio degli scogli che dovremo superare.
Il grafico qui sotto sintetizza le tappe attraverso le quali l’UE riscriverà i criteri con cui vengono assegnate le lettere e i colori che contrassegnano l’efficienza energetica delle apparecchiature elettriche.