La cloaca di Pandora. Dopo auto e tv, anche gli aspirapolvere ingannerebbero i test e i consumatori

Davvero il caso Volkswagen ha aperto il vaso (anzi, la cloaca) di Pandora. Dopo le auto e i televisori, anche gli aspirapolvere ingannerebbero i consumatori: la società britannica Dyson ha denunciato le concorrenti Siemens e Bosch. James Dyson, il fondatore, sostiene che alcuni modelli di queste case aggirano i test in base ai quali l’UE attribuisce le etichette di efficienza energetica e consumano fino 1.600W: più del doppio dei 750W ufficialmente accreditati alle apparecchiature.

Gli aspirapolvere vengono testati per l’efficienza energetica quando non c’é polvere e hanno il sacchetto vuoto: in casa la polvere invece di solito c’é e il sacchetto é vuoto di rado. Secondo la Dyson, alcuni aspirapolvere Siemens e Bosh hanno un sensore che segnala al motore la necessità di consumare più energia man mano che il sacchetto si riempie e man mano che serve più potenza per mantenere la medesima efficacia di aspirazione.

Siemens e Bosh respingono completamente le accuse. Fra l’altro, sottolineano che i loro aspirapolvere vengono testati nel pieno e totale rispetto delle norme europee.

Proprio questo potrebbe essere il punto. Nessuno – almeno finora – ha mai messo in dubbio che i test siano stati svolti a regola d’arte. Ma, come  James Dyson ha dichiarato al quotidiano britannico Telegraph, secondo le norme UE gli aspirapolvere sono testati senza polvere, i frigo quando non contengono cibo e le lavatrici a temperature di lavaggio non ben scelte.  Possiamo aggiungere: se i produttori conoscono il tipo di test cui le apparecchiature vengono sottoposte, possono ottimizzare le prestazioni rispetto alle condizioni affrontate nel test e non rispetto al funzionamento effettivo nella vita di tutti i giorni.

Sono tutti pensieri che – per il momento – raccogliamo e teniamo da parte. Potranno servirci man mano che entrerà nel vivo il nostro lavoro di rapporteur per le etichette dell’efficienza energetica degli elettrodomestici: saremo infatti noi a proporre al Parlamento Europeo le modifiche legislative rispetto al nuovo regolamento proposto dalla Commissione Europea.

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