Germania batte Ucraina 2-0. Il colosso russo del gas Gazprom ha firmato l’accordo per raddoppiare il gasdotto Nord Stream, che porta il gas russo direttamente in Germania. L’operazione é in grado di scongiurare, a tutto vantaggio della Germania, una futura crisi legata al transito nell’inaffidabile Ucraina del gas russo diretto verso l’UE. Ora viene dalla Russia circa un terzo del gas utilizzato nell’UE; la metà di questo gas passa dall’Ucraina, dilaniata dalla guerra civile e in conflitto con il vicino.
Il raddoppio del Nord Stream é in rotta di collisione sia con l’intenzione della Commissione Europea di rendere sempre meno dipendente l’UE dal gas russo sia con la “guerra” della Commissione Europea contro Gazprom, accusata di abuso di posizione dominante: la Germania però é sufficientemente robusta per nuotare controcorrente.
Ora i gasdotti che portano nell’UE il gas russo sono utilizzati solo per il 57% della loro capacità (articolo del Wall Street Journal riservato agli abbonati e ripubblicato per tutti dall’Herald Sun). Il problema oggettivo é il “collo di bottiglia” rappresentato dall’Ucraina.
Per aggirarla, la Russia ha annunciato nel dicembre scorso la costruzione del Turkish Stream, un nuovo gasdotto per portare nell’UE il gas attraverso la Turchia, la Grecia e i Balcani. Tuttavia Russia e Turchia non riescono a mettersi d’accordo sul prezzo del gas e circolano voci – ufficialmente smentite – di cancellazione del progetto.
Ora il Nord Stream è in grado di portare ogni anno in Germania 55 miliardi di metri cubi di gas russo. Il raddoppio – una capacità che sarebbe più che in grado di sostituire il Turkish Stream, la cui prevista capacità é di 63 miliardi di metri cubi all’anno: di essi però 14 miliardi di metri cubi sarebbero destinati a fermarsi in Turchia.
La rete dei gasdotti europei (la mappa é dell’IEA, International Energy Agency) evidenzia come la Germania sarebbe tranquillamente in grado di prendere il posto dell’Ucraina e di smistare verso l’Europa orientale e balcanica – la più dipendente dal gas russo – il gas importato attraverso il raddoppio del Nord Stream.
Secondo fonti russe, il transito del gas russo diretto verso l’UE ora frutta all’Ucraina diritti pari a circa 3 miliardi di dollari all’anno. Se il transito avverrà attraverso la Germania, insieme alla rotta del gas cambierà – verosimilmente – anche la rotta del denaro.
Gli Stati Uniti non hanno mai visto di buon occhio la costruzione del (morituro?) Turkish Stream per portare il gas russo nell’UE. Poco dopo il lancio di quel progetto, in Macedonia – un Paese chiave lungo la rotta turca del gas – ne sono successe di cotte e di crude. Ora gli USA hanno trovato da ridire sul raddoppio del Nord Stream. Sembra tuttavia inverosimile che la Germania diventi una nuova Macedonia.
POST UPDATE
Questo il mio intervento in plenaria sulla vicenda North Stream
“Numerosi interventi hanno inquadrato il raddoppio del Nord Stream come un problema, ma proviamo a considerarlo anche come un sintomo di elementi di altre questioni irrisolte.
L’Unione viaggia con notevole ritardo nella transizione energetica per cui ha ancora bisogno, purtroppo, del gas russo. E noi lo abbiamo fatto presente più volte in questa istituzione senza essere ascoltati.
Subiamo scelte geopolitiche che hanno addirittura stimolato l’alterazione di equilibri molto delicati. Nessuno avrebbe mai pensato a raddoppiare il Nord Stream se l’Ucraina fosse stata realmente aiutata e avviata alla stabilizzazione invece di fomentare rivoluzioni colorate e una nuova guerra fredda ai nostri confini.
E’ chiaro che subiamo la conclamata mancanza di una unione politica e democratica forte, con alcuni stati egemonici che prendono decisioni a proprio piacimento, facilmente condizionati da interessi di giganti finanziari e industriali e che non agiscono nell’interesse di tutti i cittadini dell’Unione.
Eppure la maggioranza di questo Parlamento tuttora sostiene entusiasta la linea dell’austerity e l’Euromarco che hanno messo in ginocchio i sistemi sociali, i cittadini, le imprese dell’Europa Meridionale. Colleghi, questo caso è molto più grave e siamo ancora in silenzio!
Che dire delle sanzioni alla Russia imposte come obbligate in ogni risoluzione sul tema! Chi ripaga i danni ai nostri imprenditori del Sud Europa? Greci ed italiani in primis e la Germania? forse con i futuri profitti del Nord Stream? E il popolo ucraino lo abbiamo dimenticato?
Sono tutte cose colleghi che voi sapete bene, e allora cerchiamo, da buoni medici di un’Unione malata, di agire sulle cause, per il futuro dell’Unione stessa e il benessere dei nostri elettori. Riteniamo necessaria:
• non solo una transizione energetica verso la decarbonizzazione, per congiungere la più alta sicurezza geopolitica e sovranità europea con la più alta sicurezza climatica e ambientale.
• ma anche una diversa politica estera, per affermare la nostra propria strada come potenza votata alla pace e alla buona vicinanza con tutte le nazioni che ci circondano senza essere eterodiretti da nessuno
• ed esigiamo con forza che nessun Stato membro sia primus inter pares per una vera comunità di tutti gli europei.
Grazie”