Video. Leak dell’enciclica Laudato si’. La battaglia del Papa contro i cambiamenti climatici

E’ stato diffuso oggi il leak dell’enciclica Laudato si’, dedicata alla crisi ecologica e sociale, che il Papa renderà pubblica fra due giorni. Il titolo riprende il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi. Il Vaticano sottolinea che il testo non é definitivo. Se verrà confermato, contiene prese di posizione davvero significative a difesa dell’ambiente e delle persone schiacciate a causa della divinizzazione del mercato.

L’enciclica dice che, per preservare il Creato ed i suoi abitanti,  è necessaria una “conversione” ecologica ed economica. Bisogna “integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri”; per contrastare il “preoccupante riscaldamento del sistema climatico”  é nesessario ridurre “drasticamente” le emissioni di anidride carbonica (leggi: l’uso di carbone, petrolio e gas) e sostituire progressivamente “senza indugio” i combustibili fossili.

Si affacciano nell’enciclica la “povertà di acqua pubblica”, che non deve diventare “merce soggetta alle leggi del mercato”; i “polmoni del pianeta”, cioé le foreste pluviali che vanno salvaguardate insieme alle falde idriche e ai ghiacciai; gli insignificanti risultati ottenuti dai summit mondiali sull’ambiente; la necessità di una “rivoluzione culturale” e di “rallentare la marcia”, di attuare “una certa decrescita” in alcune parti del mondo.

Ancora: “I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria”; “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”.

E ancora altri stralci tratti dall’articolo di Alessandro Gilioli:

«Sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri e l’impegno nella società e la pace interiore».

«C’è un’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; tutto nel mondo è intimamente connesso».

«La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri».

«Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, molti dei quali non biodegradabili: rifiuti domestici e commerciali, detriti di demolizioni, rifiuti clinici, elettronici o industriali, rifiuti altamente tossici e radioattivi. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo l’uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l’efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare. Affrontare tale questione sarebbe un modo di contrastare la cultura dello scarto che finisce per danneggiare il pianeta intero».

«Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura. Rendiamoci conto, per esempio, che la maggior parte della carta che si produce viene gettata e non riciclata».

«Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti».

«L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere il riscaldamento globale o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano».

«Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi».

«Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiore costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».

«In alcune città si sono creati quartieri residenziali “ecologici” solo a disposizione di pochi, dove si fa in modo di evitare che altri entrino a disturbare una tranquillità artificiale».

«Il debito estero dei Paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico».

«La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei Vertici mondiali sull’ambiente. Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione».

«I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente».

«È certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista».

«C’è una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura».

«Quando si propone una visione della natura unicamente come oggetto di profitto e di interesse, ciò comporta anche gravi conseguenze per la società. La visione che rinforza l’arbitrio del più forte ha favorito immense disuguaglianze, ingiustizie e violenze per la maggior parte dell’umanità, perché le risorse diventano proprietà del primo arrivato o di quello che ha più potere: il vincitore prende tutto».

«Noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale».

«Ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati».

«L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti».

«L’idea di una crescita infinita o illimitata suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a “spremerlo” fino al limite e oltre il limite».

«La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale».

«Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola».

«È indispensabile promuovere un’economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale. Per esempio, vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utilizzando una porzione ridotta del territorio e dell’acqua e producendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale».

«Perché vi sia una libertà economica della quale tutti effettivamente beneficino, a volte può essere necessario porre limiti a coloro che detengono più grandi risorse e potere finanziario. La semplice proclamazione della libertà economica, quando però le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce l’accesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorio che disonora la politica».

«In diversi Paesi si riscontra una tendenza allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltivazione, e la dipendenza si aggrava se si considera la produzione di semi sterili, che finirebbe per obbligare i contadini a comprarne dalle imprese produttrici».

«Serve un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura».

«È necessaria un’ecologia economica, capace di indurre a considerare la realtà in maniera più ampia. C’è una interazione tra gli ecosistemi e tra i diversi mondi di riferimento sociale».

«L’ecologia umana è inseparabile dalla nozione di bene comune, un principio che svolge un ruolo centrale e unificante nell’etica sociale».

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