Dici “trilogo” e ti guardano come se fossi un marziano. Ma i “triloghi”, nell’UE, sono importantissimi. Sono le trattative a porte chiuse cui partecipano politici e alti burocrati e dalle quali esce il testo della normativa adottata dall’Unione Europea. Una parola in più o in meno in una direttiva europea sposta interessi enormi: ma non si può sapere chi ha la responsabilità politica di una parola aggiunta o tolta durante un “trilogo”. Dunque ieri l’ombudsman – conosciuto anche come difensore civico europeo o mediatore europeo – ha aperto un’indagine sui “triloghi”.
Il processo legislativo dell’UE fondamentalmente consiste in un castello di mediazioni e di compromessi. In estrema sintesi: la Commissione Europea presenta un testo, il Consiglio UE (formati dai ministri degli Stati membri) se ritiene lo modifica; separatamente, il Parlamento Europeo fa la stessa cosa. Di norma, le due modifiche non coincidono affatto. Parlamento e Consiglio si scambiano i testi emendati una o due volte con l’obiettivo di arrivare ad un testo condiviso che poi sia il Parlamento sia il Consiglio approvano separatamente. Se non si trova l’accordo su ogni singola parola ed ogni singola virgola, si convoca un elefantiaco Comitato di Conciliazione. Altrimenti…
Altrimenti c’è il “trilogo”, una procedura informale e più snella attraverso la quale Parlamento e Consiglio, dopo aver esaminato e modificato ciascuno per proprio conto la proposta della Commissione, possono negoziare il testo comune. Al “trilogo” partecipano tre delegazioni guidate, rispettivamente, da un altissimo funzionario della Commissione Europea; da un plenipotenziario della presidenza del Consiglio UE; dal parlamentare europeo rapporteur su quell’argomento. Il testo uscito dal “trilogo” viene poi sottoposto – separatamente – all’approvazione del Parlamento e del Consiglio UE. E – storicamente – a quel punto l’approvazione é scontata.
Esce da un “trilogo” la stragrandissima maggioranza della normativa UE. Le trattative del “trilogo” si svolgono a porte chiuse. Nessuno potrà mai verificare cosa si sono detti i negoziatori, nessuno potrà mai leggere le bozze di accordo che essi si sono scambiati.
Così il difensore civico europeo ha aperto un’inchiesta, spedendo a Commissione, Parlamento e Consiglio una lettera in cui chiede informazioni sulla procedura dei “triloghi” e sulla sua trasparenza. Le risposte sono attese entro il 30 settembre. Il difensore civico tuttavia non ha altri poteri se non quello della persuasione: può emettere raccomandazioni, ma esse non sono vincolanti.