In Gran Bretagna l’energia nucleare beneficerà di corposissimi aiuti di Stato. La Commissione Europea – il cui mandato sta per scadere – oggi ha acceso un semaforo verde che equivale al lancio di due bombe atomiche. La prima bomba ha distrutto il mercato unico europeo dell’energia regolato dalla concorrenza e privo di barriere interne, sulla cui necessità la Commissione Europea spende tante parole. La seconda bomba è diretta verso le tasche dei cittadini britannici: coi loro soldi, infatti, per 35 anni lo Stato acquisterà all’ingrosso l’energia elettrica che verrà prodotta dalla centrale nucleare prevista ad Hinkley Point; coi loro soldi la pagherà il doppio del prezzo di mercato; coi loro soldi garantirà i circa 20 miliardi di euro necessari per costruire la centrale nucleare.
La “Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020″ varata pochi mesi fa dalla Commissione Europea non inserisce il nucleare fra i possibili beneficiari di aiuti di Stato. In linea di principio, inoltre, nell’Unione Europea gli aiuti di Stato sono vietati. La Commissione Europea può decidere di fare uno strappo alla regola solo per correggere una disfunzione del mercato in vista dell’interesse comune: in questo caso gli aiuti devono essere di breve durata e di proporzioni tali da non alterare la concorrenza. Da oggi, nella neolingua dell’UE un prestito garantito per costruire un impianto unito all’acquisto a prezzo doppio del prodotto che ne esce non falsa la concorrenza; inoltre 35 anni costituiscono una “breve durata”.
La Commissione Europea, in un comunicato stampa, afferma di essere stata convinta dalle autorità britanniche che gli aiuti di Stato ad Hinkley Point evitano una disfunzione del mercato: non spiega però come e perchè è stata convinta e di quale disfunzione si tratterebbe. Dice inoltre che, senza le garanzie statali, la centrale nucleare di Hinkley Point non troverebbe finanziamenti a causa della sua natura e delle sue proporzioni.
Sostenere la monumentale insostenibilità economica e finanziaria del nucleare: é questa la scelta della Commissione Europea, della stessa Commissione Europea che impedisce le politiche anti austerity definendole insostenibili dal punto di vista economico e finanziario. Oltretutto una decisione così importante e così grave (i colossi del nucleare hanno già l’acquolina in bocca pregustando gli aiuti di Stato in Europa) é stata presa presa in piena “Zona Cesarini”: fra poche settimane cesserà il mandato dell’attuale Commissione Europea ed entreranno in carica nuovi commissari. Un autentico colpo di mano. Una porcata.
E’ impresentabile anche il ritocchino “sociale” che la Commissione Europea ha voluto apportare al piano britannico degli aiuti di Stato: ha infatti deciso che la centrale nucleare Hinkley Point spartirà col Fisco britannico i profitti se essi diventeranno più alti di quanto ora previsto. Non viene precisato di quale entità sono i profitti attualmente previsti. Non si capisce perché i gestori di Hinkley Point dovrebbero affannarsi per incrementarli, dal momento che intascherebbero solo parte dell’incremento mentre il profitto è fin d’ora praticamente garantito in ogni caso.
Oggi l’UE dimostra di essere un Robin Hood al contrario. Dà ai grandi – i colossi del nucleare, tipo EDF che costruirà Hinkley Point – e toglie ai disoccupati, ai precari, alle piccole imprese. Oltre a strangolarli con l’austerity, ora li costringe anche a pagare il conto astronomico del nucleare.
I soldi pubblici al nucleare – i soldi dei contribuenti al nucleare – sono un modo per sottrarre ricchezza alla collettività e convogliarla verso i grandi gruppi industriali. Sono un modo per togliere ossigeno alla costruzione di una società sostenibile.
Non é stata neanche ancora posata la prima pietra di Hinkley Point. La battaglia contro il nucleare fatto col denaro dei cittadini e sulla pelle dei cittaini deve ancora cominciare.
Ecco l’interrogazione che abbiamo presentato alla Commissione Europea.