Cultura greca ed euromediterraneo. Il Cilento che non ti aspetti

A proposito di Grecia, immigrazione, integrazione e area dell’euromediterraneo: leggendo un documento casualmente incontrato su scribd.com ho scoperto che le zone del Cilento Meridionale, il luogo d’Italia che considero la mia II Terra Madre è stato circa mille anni fa un esempio di straordinario esempio di tolleranza e integrazione multiculturale. Ecco alcuni estratti del testo Camerota Medievale che più in fondo potrete scorrere integralmente.


Camerota era nata con l’impronta di una identità storica che la distingueva dal settentrione d’Italia a causa del suo carattere multi culturale, multi religioso e multi etnico che consisteva di elementi greco-bizantini, italo-longobardi, italo-normanni, siculo-arabi ed ebraici. Camerota, come il resto del Salernitano, non aveva mai subito gli effetti sociali e istituzionali della dominazione carolingia come il nord d’Italia e l’Europa a nord delle Alpi. Aveva caratteristiche regionali proprie, che recenti studi storici hanno ampiamente portato alla luce della nostra conoscenza.

Economicamente, il Mezzogiorno era precocemente prospero, essendo ben inserito nel commercio internazionale con il suo controllo strategico del centro del Mediterraneo e con il dominio navale del mare che aveva ereditato dagli arabi, contemporaneamente con la conquista della Sicilia alla fine del XI secolo. La conquista dell’Inghilterra da parte di altri normanni nel 1066 era contemporanea a questi avvenimenti nel meridione d’Italia.

Ma diversamente da ciò che faceva il duca di Normandia in Inghilterra, il programma dei normanni venuti nel Mezzogiorno non era di sradicare le classi dirigenti indigeni e di colonizzare il paese culturalmente. Invece, si assimilavano pragmaticamente alla società e all’economia esistente, che era già precocemente prospera e diversificata, e dove gli abitanti erano abituati alla coesistenza di una varietà di culture in quell’antico mondo Mediterraneo, cimentato da una medesima koinè e mentalità comune di “una sorta di reciproca tolleranza pur nella consapevolezza delle differenze esistenti tra le varie stirpi”.

Tavola sepolcrale
ANNO 1148.Tavola sepolcrale di una signora aristocratica normanno-sicula con la scritta in lingua Latina (sinistra), Greca (destra) Ebrea (sopra) e Araba (sotto)

La opulenza e raffinatezza dei monumenti di arte e architettura da Palermo ad Amalfi ed il loro gusto decorativo, dimostrano una fusione felice delle diverse culture, squisitamente Mediterranee, del Medioevo, e testimoniano, ancora oggi, la realtà e (il temporaneo) successo di questo programma culturale in cui anche Camerota svolgeva un ruolo.

Quando erano arrivati i monaci italogreci, il Mare Tirreno era ancora dominato dalla forza navale degli emirati musulmani. Ma alla metà del XIIsecolo, una grande parte di questa forza navale era ormai integrata nella marina del Regno che controllava il traffico orientale-occidentale del Mediterraneo, facendolo un conveniente marenostrum. Anche questo distingueva la situazione iniziale delRegno di Sicilia da quello fondato dai normanni in Inghilterra.

Si doveva aspettare il XVI secolo prima di poter parlare di una dominazione navale Inglese del mare, ma il Regno di Sicilia era nato già signore del suo mare. Per i Camerotani questo garantivaper la prima volta nei secoli la possibilità di sfruttare in pace il suolitorale senza pagare il tributo agli emirati. Ma era anche redditizi oper il re. Le entrate del fisco, solo del porto di Palermo, erano superiori alle totali entrate del Regno di Inghilterra di quell’epoca. Gli altri regni europei erano invidiosi.

La politica di tolleranza etnica e religiosa del Regno di Sicilia era una politica pragmatica e inclusiva che non va esagerata. In queitempi non si riconosceva il diritto della libertà di coscienza. Ma ilfatto che, nel XII secolo nel meridione, le diverse culture eranopienamente inseriti nella vita culturale e intellettuale del territorioè incontestabile ed è ancora visibile, come abbiamo visto, nell’arte,l’architettura e la scienza. La scuola di medicina a Salerno, con la sua collaborazione interculturale, prestigio internazionale e ricerca scientifica empirica nei secoli XI e XII è anche sintomatico di un atteggiamento intellettuale che anticipa ciò che sarà, poi, comune nel resto dell’occidente molti secoli dopo.

I diritti delle fondazioni dei monaci greci a Camerota erano protetti dal decreto reale. Nel 1168, il re Guglielmo II di Sicilia consegnava all’abate del monastero greco a Carbone nella Lucania la posizione d’archimandrita, con giurisdizione su tutte i monasteri greci nella Lucania e la parte meridionale del Salernitano. Nel 1195, l’imperatrice Costanza, la figlia del primo re normanno,confermava questa autorità e, nominando il nuovo archimandrita,comandava di sradicare eventuali costumi non conforme alla regola di San Basilio’. Secoli dopo, nello nuovo spirito di intolleranza portata all’eccesso, i libri sacri liturgici greci a Cuccaro Vetere saranno bruciati dal vescovo latino.

Camerota aveva la fortuna di cominciare con un senso collettivo di sicurezza e la promessa di una partecipazione più dignitosa negli affari del mondo. La storia della nascita di Camerota ha unfascino particolare perché il paese era nato con un’impronta storica legata ad un esperimento politico, sociale e culturale di grande proporzione nel medioevo, un esperimento che sembrava bizzarro o almeno strano negli occhi di osservatori loro contemporanei da altri regioni dell’Europa occidentale. In nessun altro parte dell’occidente latino circolavano monete d’oro e anche i follari di bronzo dalla zecca a Messina, circolando a Camerota, portavano iscrizioni in latino ma anche in arabo.