Relazione etichette efficienza energetica

La nostra relazione

Dopo essere stati scelti come relatore e dopo aver compiuto un ampio giro d’orizzonte, il 20 gennaio 2016 abbiamo ultimato e consegnato alla commissione parlamentare ITRE la nostra relazione, indicando come sarebbe opportuno migliorare la proposta legislativa della Commissione europea relativa alla revisione delle etichette energetiche.

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I punti chiave

La nostra relazione é imperniata su tre concetti chiave: trust, smart, paperless. Vorremmo cioé ristabilire la fiducia nei confronti dell’etichetta energetica, ora scossa dai numerosi casi di non conformità; effettuare un riordino intelligente delle etichette che sia in grado di rimanere efficace anche in futuro, man mano che si produrranno sviluppi tecnologici e dell’efficienza energetica; digitalizzare il sistema, andando oltre l’uso della carta e facendo affidamento su un database dei prodotti immessi sul mercato per fornire agli acquirenti molte più informazioni rispetto a quelle che possono essere fisicamente contenute nello spazio limitato dell’etichetta.

Trust. La fiducia dei cittadini deve aumentare migliorando l’efficacia delle autorità nazionali di sorveglianza del mercato, cui é affidato il controllo delle etichette e che non funzionano come dovrebbero. Possiamo scrivere il miglior regolamento del mondo, ma non sarà mai efficace se non é accompagnato dal controllo. Questo ambito, però, é regolato da norme che si situano al di fuori della proposta della Commissione Europea sulle etichette. Per la stessa ragione non é possibile intervenire direttamente sulle regole che determinano i test che certificano l’etichettatura. La nostra relazione chiede quindi di:

      • favorire approcci “dal basso”, facendo in modo che qualsiasi cittadino possa segnalare sospette non-conformità in cui si imbatte e istituendo il rimborso in caso di frode;
      • incrementare il coordinamento fra le autorità nazionali, affinché ciascuna conosca ciò di cui si stanno occupando le altre ed i risultati che hanno ottenuto, evitando così doppioni e dispersioni di forze
      • rendere pubblici gli standard su cui sono basate le etichette, affinché diventi possibile per i cittadini segnalare presunte etichette irregolari con la certezza di ricevere risposta entro tre settimane. In caso di irregolarità accertata, oltre a subire le penalità previste dalla legge, il produttore deve fornire al consumatore un prodotto nuovo di capacità simile e della classe energetica più alta disponibile
      • proibire esplicitamente i “defeat device” alla base dello scaldalo Volkswagen e qualsiasi altro espediente per aggirare i test sulle prestazioni e sull’efficienza delle apparecchiature

Smart. Stiamo vivendo un’epoca di grandi cambiamenti. Bisogna evitare il rischio che qualsiasi normativa diventi rapidamente inefficace e superata a causa delle rapide trasformazioni intervenute dopo la sua elaborazione. Da questo principio discendono le nostre proposte di sviluppare il database. Ma da qui deriva anche la definizione delle regole necessarie per produrre un’ordinata redistribuzione delle classi man mano che quelle superiori risulteranno affollate in seguito ai miglioramenti nell’efficienza energetica. Si evita così che in futuro torni a prodursi una confusione come quella attuale, legata allo stratificarsi della regolamentazione. Da questo punto di vista proponiamo di:

    • far sparire definitivamente i “+” e riportare tutte le etichette alla scala A­-G entro i cinque anni successivi all’entrata in vigore del regolamento;
    • far scattare un’automatica ridistribuzione delle classi quando il 25% dei modelli disponibili sul mercato è in classe A o il 50% ricade nelle prime tre classi;
    • ridistribuire le classi lasciando due, una o nessuna classe vuota in cima alla scala, a seconda della rapidità con cui migliora l’efficienza energetica di ogni categoria di prodotti;
    • consentire l’aggiornamento dei software che regolano il funzionamento dei prodotti solo se non aumentano il consumo energetico: oggi l’aggiornamento del software esiste quasi solo per i telefonini, ma domani questa pratica sicuramente si diffonderà

Paperless. Vogliamo favorire lo sviluppo di un database pubblico, ricercabile e aperto relativo ai prodotti coperti da etichetta. Questo database dovrà essere parallelo al database riservato che contiene le informazioni necessarie alle autorità di sorveglianza del mercato e dovrà consentire l’accesso a una notevole quantità di informazioni addizionali nelle varie lingue, comprese quelle su durabilità e riparabilità. Diventerà così possibile lo sviluppo di applicazioni sopratutto per smartphone – come quella già in uso in Australia – in grado di fare confronti immediati tra due o più modelli sul mercato, calcolare i pattern di uso personalizzati con il relativo consumo di energia negli anni e il tempo di rientro dell’investimento per l’acquisto di un modello di efficienza più o meno alta.

La nuova etichetta secondo noi dovrà richiamare quella in vigore oggi ma anche differenziarsi chiaramente da quest’ultima. Chiediamo infatti che sull’etichetta di carta si faccia spazio per:

    • l’anno in cui è stata applicata l’etichetta
    • un QR code che permetta l’accesso immediato il database online
    • una maggiore evidenza al consumo assoluto di energia
    • il luogo in cui è stato fabbricato l’apparecchio, ovvero il “Made in”;
  • il pittogramma che indica la possibilità di connettere l’apparecchiatura con tecnologie in grado di assecondare l’utilizzo efficiente della rete elettrica e di favorire l’impiego dell’apparecchiatura stessa quando l’energia costa meno ed è più abbondante.

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La presentazione ai “relatori ombra”

Il 4 febbraio 2016 abbiamo presentato la relazione ai “relatori ombra”, cioé agli esponenti della commissione ITRE responsabili della revisione delle etichette energetiche per i rispettivi gruppi politici. Abbiamo accompagnato le parole con la proiezione di grafici, riassunti, tabelle ed abbiamo consegnato ad ogni “relatore ombra” una chiavetta con la documentazione e con le slides: una novità al Parlamento Europeo. Le slides principali, in traduzione italiana, sono qui sotto affinché sia possibile sfogliarle parallelamente al nostro intervento


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Come vorremmo riscrivere la proposta della Commissione europea

Ecco come diventerebbe la proposta legislativa della Commissione europea sulle etichette energetiche se la nostra relazione fosse approvata parola per parola e se non subisse il benché minimo cambiamento durante tutto l’iter fino all’approvazione. Le parti su cui intervengono le nostre modifiche sono evidenziate in neretto. Si tratta di un testo che pubblichiamo esclusivamente per comodità di lettura: non fa parte della documentazione ufficiale, che è molto tecnica, ma ne rispecchia perfettamente il contenuto.

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Il testo completo

La documentazione ufficiale é costituita dalla nostra relazione pubblicata sul sito del Parlamento Europeo. La riproponiamo qui per intero, ma anticipando nella prima pagina l’introduzione con le motivazioni che la sorreggono: nella versione formale del documento, come vuole la consuetudine, l’introduzione e le motivazioni sono in fondo e occupano le pagine 133-136.

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Il debutto pubblico con MarketWatch

Il debutto pubblico della nostra relazione é avvenuto il 2 marzo a Bruxelles con MarketWatch, una campagna organizzata da 16 organizzazioni della società civile europea per controllare la fedeltà delle etichette relative all’efficienza energetica e all’ecodesign. Abbiamo illustrato le nostre proposte durante l’incontro “Who is and isn’t playing by the rules?”, che ha chiuso le operazioni di verifica delle etichette: MarketWatch ha esaminato oltre 100.000 apparecchiature, riscontrando che una su cinque presenta problemi di conformità.

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Il cammino della relazione

La nostra relazione verrà esaminata anche dalla commissione parlamentare ENVI (ambiente e salute pubblica), chiamata a fornire un parere alla commissione ITRE. Sarà poi oggetto di dibattito e di voto in commissione ITRE, la quale avrà la facoltà di modificarlo attraverso gli emendamenti. Il rapporto emendato costituirà la base per il successivo iter verso l’approvazione.

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Cosa si dice fuori dal Parlamento europeo

coolproducts.eu tamburrano-report

“Le sue raccomandazioni [di Dario Tamburrano, ndr] rafforzeranno la capacità dell’etichetta energetica per lo sviluppo di prodotti ad alta efficienza energetica e dare maggiore potere ai consumatori”. Così il blog di CoolProducts, una coalizione di organizzazioni non governative europee. Lavora per assicurare che le norme UE di ecodesign ed etichette energetiche funzionino davvero per il bene dei cittadini e dell’ambiente. La traduzione italiana dell’articolo (il titolo: “Il relatore al Parlamento Europeo imposta la revisiones sull’etichettatura energetica”)

endseurope.com

“Dario Tamburrano vuole che la nuova normativa contenga regole molto più dettagliate sulla sorveglianza del mercato e sulle penalità per le non conformità. Questo punto è stato accolto con favore dalle ONG”, scrive ENDS Europe, una testata europea on line specializzata in ambiente. Gli articoli sono spesso riservati agli abbonati. La traduzione italiana (il titolo: “Parlamentare europeo chiede una scadenza certa per attuare la riforma dell’etichetta energetica”)

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“L’allergia dei produttori verso le etichette del resto è confermata anche dall’ultimo rapporto ‘Etichetta furbetta’, realizzato da Legambiente e dal Movimento Difesa del Cittadino che ha certificato come ben il 43% degli elettrodomestici sia venduto senza l’etichetta energetica, oppure con la stessa non conforme alla legislazione europea”, sottolinea La Nuova Ecologia, il magazine di Legambiente.

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“Le lobby industriali a Bruxelles hanno contribuito a creare l’attuale sistema nel quale i prodotti possono raggiungere etichette energetiche di classe A+, A++ o A+++, che hanno causato una certa confusione negli acquirenti. Attualmente, l’etichetta energetica di una lavatrice non può essere inferiore ad A+”, scrive il quotidiano britannico Guardian.

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“Tamburrano prospetta un’etichetta 2.0 con un codice per ottenere più informazioni attraverso il proprio smartphone: un’etichetta normale raddoppiata da un’etichetta virtuale”, scrive Sandra Cools per l’agenzia di stampa AFP. L’articolo é stato ripubblicato da varie testate fra cui il quotidiano belga di lingua francese Le Soir.

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