Denunciato Varoufakis, il ministro-hacker e partigiano tecnologico contro l’euronazismo tecnocratico

Il nazismo economico in vigore nell’UE è basato sulla tecnocrazia. Per sconfiggerla, l’ex ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis si è trasformato in un hacker: in un partigiano tecnologico. Ieri è stato denunciato per essere penetrato abusivamente nel software del suo stesso Governo con lo scopo di sottrarlo al controllo di Bruxelles. L’azione di Varoufakis serviva per mettere a punto il famoso piano B: il sistema di pagamenti parallelo a quello bancario che avrebbe consentito alla Grecia di sopravvivere allo strangolamento finanziario da parte della BCE ed anche, eventualmente, di uscire dall’euro.

I media italiani tendono a fare un po’ di confusione sulle denunce a carico di Varoufakis. Di solito glie ne vengono attribuite due. Il quotidiano greco in lingua inglese Ekathimerini precisa che ne ha tre. Di esse, due sono state presentate prima che si sapesse del piano B: riguardano il modo in cui Varoufakis ha condotto le trattative con i creditori della Grecia e lo accusano, rispettivamente, di aver tradito la Grecia e di averla esposta a rappresaglie. Queste due denunce sono già state inoltrate dall’autorità giudiziaria al Parlamento greco che dovrà decidere se revocare o meno l’immunità parlamentare a Varoufakis.

La terza denuncia a carico dell’ex ministro delle Finanze riguarda invece il piano B vero e proprio. Esso – ovviamente – è stato preparato da un pugno di uomini assolutamente fidati ed all’insaputa della troika: si trattava di partire dai debiti e dai crediti che ogni cittadino greco ha con il fisco per creare un sistema di pagamenti on line parallelo a quello bancario. Ma Varoufakis, come egli stesso ha spiegato, ha dovuto constatare che l’ufficio greco del fisco ed il relativo software non erano controllati da lui – dal ministro delle Finanze – bensì dalla troika. Di qui la necessità di hackerare il software per ottenerne una copia ed inserire su di essa le modifiche necessarie alla predisposizione del piano B.

Tutto questo, dice Ekathimerini, ha fruttato a Varoufakis e agli altri che hanno messo a punto il piano B una denuncia per violazione della privacy, violazione dei propri obblighi, violazione delle norme valutarie ed – udite udite – appartenenza ad un’organizzazione criminale.

Un mondo alla rovescia. Se un tempo Manolis Glezos da partigiano si ribellò ai nazisti strappandone la bandiera dal Partenone, oggi nella tecnocrazia finanziaria contemporanea potrebbe invece costituire reato il fatto che un ministro eletto dai cittadini abbia dovuto riprendere il controllo del software governativo hackerandone il software. Non costituisce invece un reato il fatto che la fiscalità greca ed il suo sistema informatico siano di fatto controllati da non eletti, dagli uomini della Troika…

Nei prossimi giorni anche la denuncia relativa al piano B sarà inoltrata dall’autorità giudiziaria al Parlamento greco. Le norme greche  prevedono che un parlamentare (quale è Varoufakis) possa essere processato solo se il Parlamento stesso lo decide con voto palese. Prevedono inoltre che sui reati dei quali è accusato un ministro (e Varoufakis lo era mentre architettava il piano B) indaghi una commissione parlamentare: la corte giudiziaria entra in scena solo se il Parlamento, nel suo insieme, esprime voto contrario alla relazione della commissione.

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